Quella che vi riportiamo di seguito è una delle tante storie che in epoca di pandemia rischiano di diventare pericolosi precedenti che possono andare ad influire sulla carriera professionale di molti: nella fattispecie, fotografa perfettamente i nuovi rischi che incombono sulla categoria dei Biologi e sui Laboratori di Analisi.
Qualche giorno fa una nota squadra di calcio, in vista di una partita di Coppa, sottopone i propri giocatori a test COVID per accertarne la negatività in un Laboratorio fiduciario della Federazione. Al termine dei test viene data la negatività di tutta la rosa.
E fin qui tutto bene!!!
Nel giro di qualche ora, in base a una nuova valutazione dei risultati, uno dei giocatori è stato considerato “debolmente positivo”: tale risultato, successivamente confermato con un test aggiuntivo, ha portato all’immediato isolamento ed esclusione dalla lista dei convocati del giocatore.
A questo punto la Società organizza una propria “sessione anti COVID” presso il proprio laboratorio di fiducia.
E qui iniziano i problemi !!!
I risultati dati dal secondo Laboratorio danno esito NEGATIVO.
Chi ha sbagliato cosa?
E’ una questione di carica virale?
…di sensibilità del test?
… della sua specificità?
Errore umano?
Scambio di campione?
Sono tante le domande che si affollano nella mente dei Dirigenti della Società, che in seguito a questa vicenda si trovano con un convocato in meno che avrebbe o non avrebbe potuto fare la differenza ma che certamente è dovuto restare a casa!!! E questo, agli occhi della blasonata società di calcio, potrebbe apparire come un danno da vedere risarcito.
E’ evidente quindi che Biologi e Laboratori di Analisi debbano tenere in debita considerazione, ora come non mai, dei fattori collaterali diversi rispetto a quelli puramente tecnico – clinico – sanitari che entrano prepotentemente in gioco quando a questi ultimi si legano i profitti e gli interessi economici di aziende, imprenditori e lavoratori che potrebbero vedersi danneggiati dall’operato di queste importanti strutture sanitarie.
Ma come garantirsi una serena attività professionale e nel contempo tutelare il privato?
Oltre a mettere in atto tutte le procedure che comprovino l’assoluta qualità dei processi all’interno della struttura che nel contempo certifichino quanto fatto dai vari operatori, uno strumento di tutela fondamentale è dotarsi di una corretta copertura assicurativa, con particolare attenzione verso la tutela legale, che possa farsi carico di eventuali contenziosi laddove i costi di difesa contro eventuali richieste di risarcimento danni potrebbero essere molto elevati.
Nel contempo, individuare e valutare i fattori di rischio che espongono a possibili azioni risarcitorie, avviando un percorso virtuoso che preveda una metodologia mirata al loro contenimento.