In via di conclusione i lavori della “Commissione per lo studio e l’approfondimento delle problematiche relative alla colpa professionale medica”, istituita circa un anno fa dal ministro Nordio. Interventi anche su onere della prova nel processo civile e sui consulenti tecnici.
La “Commissione per lo studio e l’approfondimento delle problematiche relative alla colpa professionale medica”, istituita circa un anno fa dal ministro Nordio ha quasi completato i propri lavori. Tra le misure individuate per correggere la Legge Gelli-Bianco e ridurre così il numero delle cause c'è l’introduzione dell’istituto della lite temeraria, grazie al quale si dovrebbe riuscire a contenere il fenomeno delle denunce. Molto spesso, infatti, la querela presentata contro un medico viene ritirata nel momento in cui si definisce una transazione economica.
Secondo le statistiche, su 100 cause penali per responsabilità professionale solo il 5% porta a una condanna. Ciò non toglie, però, che questi procedimenti lascino comunque nel medico una traccia profonda, inducendolo alla medicina difensiva, con i maggiori costi che questa rappresenta per la sanità pubblica. Pur non potendo seguire la strada della depenalizzazione, in quanto è necessario tutelare i diritti del cittadino, occorre trovare un punto di equilibrio. E in tal senso si orientano gli sforzi della Commissione, la quale punta ad introdurre degli istituti che riducano le denunce nei confronti dei medici.
Tra le modifiche alla legge Gelli Bianco, la commissione starebbe pensando a un intervento sulle consulenze tecniche, cercando di innalzare il livello di terzietà ed equidistanza dei consulenti da PM e paziente, limitando il fenomeno delle numerose nomine che riguardano sempre i medesimi professionisti a discapito di una reale indipendenza di giudizio.
In ambito civile, invece, si valuta la possibilità di invertire l’onere della prova, ponendola in capo al ricorrente e non più al medico o alla struttura sanitaria, nonché di rivedere il principio del risarcimento del danno trasformandolo in un meccanismo di indennizzo, come avvenuto peraltro di recente con le controversie relative al Covid.
Quel che è certo è che interventi di questo tipo devono essere accompagnati da una profonda riflessione da parte di decisori politici e mondo professionale sulla necessità di riformare il sistema sanitario in direzione di una pratica medica più consapevole, orientata alla prevenzione e alla promozione della salute, piuttosto che alla difesa legale retroattiva.
La nostra associazione, nata dalla volontà di offrire supporto e assistenza ai medici accusati di malpractice, ha sempre svolto un'intensa attività di sensibilizzazione nei confronti di queste tematiche. Siamo lieti di constatare che finalmente le istituzioni stiano prendendo provvedimenti in tal senso e ci auguriamo che, insieme ad una sempre maggiore umanizzazione delle cure, questo possa determinare il recupero della fiducia tra medico e paziente che riteniamo requisito fondamentale per un'alleanza terapeutica veramente efficace.
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